Memorial Miriam Sermoneta

Memorial Miriam Sermoneta

mercoledì 24 aprile 2013

Claudia Graziani - Menzione d'onore sezione racconti -





Il pendolo

- E quello sarebbe il tuo fidanzato?Pare un  ammasso di ferraglia tatuata.
 Un groviglio metallico di pearcing.Un selvaggio! -      
 - Hai sempre da ridire papà!Quel ‘’coso’’ si chiama Piero.-
- Piero? Credevo Cita!-
- Sì, lo ammetto, ero un papà geloso! Mia figlia Kai era tutto ciò che avevo. Il mio lavoro ci aveva allontanati  e non poco. Quando aveva dieci anni le parlavo con la stessa premura  di oggi,che ne ha ventuno. Mi ero perso tante cose di lei. Troppe. Ero a disagio.
- Papà,ci sei mancato. Ricordo quando ti mettevo le braccia al collo per la gioia di rivederti. Tu, però, eri sempre troppo stanco. Adesso piombi nella mia vita … Che pretendi?
- Raggelai. Le parole di Kai erano spade nel petto. Colpo su colpo. Verità su verità. Scardinò ogni mia certezza. Il mio cuore come un pendolo: oscillava tra sensi di colpa e rimorsi. Forse meritavo la sua rabbia. Litigammo furiosamente.
Le diedi una sberla. Il volante ruotò di scatto. Suono di lamiere straziate, fischio di pneumatici in frenata.  Sull’asfalto strisce di grasso nero e scintille. Il muso della nostra  berlina grigia si sollevò. Sospesa tra cielo e terra. Planava sotto i miei occhi increduli. La marmitta emanava fumo nero. Nero come le mie colpe. Rotolammo giù per la scarpata. Gli occhi di Kai piantati nei miei. Paura, sgomento. L’auto fu trattenuta da un albero,l’unico. In bilico. Kai svenne per l’urto violento. Giaceva inerte sul sedile accanto. Le accarezzai i capelli. Nel suo volto innocente  vidi riflesso  me stesso e il suo perdono. Avrei voluto dirle tante cose. In fondo il nome Piero mi piaceva. Un cigolio. L’albero stava cedendo. O me o lei. Non esitai. Aprii lo sportello  e la spinsi forte fuori dell’abitacolo. Poi fui risucchiato nel baratro, con la sua collana tra le dita e il suo cuore nel  mio. 

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