Indizi di te
Inerme,
accasciata sul Nulla,
aspetto il tuo ritorno.
Mi scorri dentro
come l’aria che non vorrei
respirare,
è feconda del tuo ricordo
che mi ossigena il sangue.
La tua voce
è un sussulto del ventre
su cui la mano del Fato
ricamò un orecchio
gemello.
La matrigna Lontananza
ride,
sbeffeggia la mia schiena
ricurva,
lancia pietre
contro la mia pelle,
lattiginoso specchio.
Vorrei cancellarti dal
cuore
con dita
di carta vetrata
perché toccarti con la
sola mente
non mi basta.
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