Memorial Miriam Sermoneta

Memorial Miriam Sermoneta

mercoledì 24 aprile 2013

Daniela Luciani - menzione d’onore sezione racconti -





Ti ho scritto una lettera

Sentivo il bisogno di parlarti, di ricevere giuste risposte che solo tu potevi darmi e vista la lontananza eccomi qui a scriverti una lettera che non so neanche se  leggerai o se mai ti arriverà …
Come diceva mia nonna “purtroppo  non ho fatto le scuole alte”  (università)  quindi  spero mi perdonerai  per quanto il mio italiano e la mia grammatica siano così povere; come lo è in questo momento il mio cuore …  Povero, ho voglia di scriverlo un’altra volta “povero”… Perché è così che siamo noi esseri umani, poveri nell’anima, poveri nel cuore, poveri nei sentimenti e poveri nel trovare motivazioni giuste per poter vivere.
Ogni giorno ci lamentiamo di quanto sia lontana e irraggiungibile la felicità,  ma probabilmente nel nostro inconscio cerchiamo un motivo per poter essere tristi …  In realtà un po’ lo si ama il dolore, poter piangere e gridare “Dio aiutami ti prego!!!” e sperare in uno spiraglio di luce … Amiamo la solitudine ma la combattiamo perché essere soli ci porta ad una continua ricerca della vita, degli affetti che non diamo ma vorremmo ricevere,  del Dio che non preghiamo ma che vorremmo accanto in ogni istante … 
Questa volta però è diversa la mia solitudine, è passata la voglia di continuare questo gioco, sento il bisogno irrefrenabile  di star sola, non amo più ricercare gli affetti, non voglio più rincorrere questa vita, ho solo il desiderio di star sola. La gente intorno a me parla, parla, parla ed io fingo di sentirli sorridendo, ma in realtà non capisco nulla di ciò che dicono … Ho solo voglia di pensare a quanto mi sento  priva di impulsi … Non ho aspettative né tanto meno le ricerco, sto bene così … Mi  sono affezionata a questo stato di tristezza.
Mi sento un eremita … Eppure vivo in una grande città, in apparenza ho tanti amici, sorrido, esco, lavoro … Si, lavoro … Faccio la guardia giurata da 5 anni in ospedale e questo porta a conoscere tante persone che il giorno dopo  probabilmente con l’aiuto dell’infermiere andrai a poggiare in quella famosa “pietra di marmo” …  E’ davvero buffa la vita, quante anime vedi passare, quanta sofferenza leggi negl’occhi di chi sta per andare a fare una chemio e magari, nel corso di questo supplizio ha trovato tante motivazioni,   quindi tanta voglia di vivere …  al contrario, molte persone come me hanno deciso di guardare questo mondo senza colori, solo in bianco e nero e  l’unica voglia che abbiamo è quella di conoscere colui che ci ha creati per poter sentire le risposte alle domande che ci affliggono da tempo. Ti sembrerò pazza, ma io sto vivendo per una sola domanda, alla quale non riceverò  risposta in breve tempo, a meno che decidessi di fare quello che io definisco “ il salto di qualità …”
Immagino che mi risponderai che sono pazza, che non ne vale la pena o che forse sto sbagliando tutto e ho interpretato male la mia esistenza, ma sai benissimo che sono testarda e continuerò a rimanere ferma sui miei pensieri, sulle mie convinzioni. 
Sono una donna che cammina ad occhi chiusi, perché non vuole vedere il malessere intorno a se …  Vivo in un mondo di sofferenza, io stessa sono l’immagine della sofferenza; ogni mattina, quando mi sveglio, vado d’innanzi allo specchio e vedo quelle che a mio parere non sono rughe ma segni provocati dalla disperazione di questa mia anima … La screpolatura delle mani sono i graffi lasciati dalla stessa che cerca di uscire andarsene via da questo corpo che non apprezza più … In questi ultimi tempi non sto andando a lavoro, sono dimagrita, non sento più il bisogno  di mangiare, il mio fisico si muove con  difficoltà … Rimango ore ed ore a guardare questa mia parabellum 7/65  … Mi chiama … Ma è il coraggio quello che manca o forse attendo solo il momento giusto …

Sentivo questo estremo bisogno di scriverti una lettera Dio … ma, non ce l’ho fatta ad attendere che tu la ricevessi e/o mi rispondessi … Ed  eccomi qui, d’innanzi a te,   con gli occhi gonfi di rugiada ed un sorriso finalmente tornato sincero, mi sento leggera, son diventata un immagine riflessa nell’acqua, le mani tremano e stringono questa lettera  che son venuta a porgerti di persona, ma non solo … Son qui anche per chiedere perdono per non aver vissuto forse come tu avresti voluto quella mia vecchia e ormai lontana vita.

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